Criptovaluta viene ancora segnalato come lemma sconosciuto dal correttore dei programmi di videoscrittura, eppure è il neologismo che indica una vera e propria rivoluzione che sta avvenendo anche nel sistema dei pagamenti e i cui esiti si iniziano a intravvedere nella loro portata deflagrante solo ora; su tali ambiti ci siamo confrontati con Fabrizio Zampieri, analista e consulente finanziario indipendente che sta maturando una specifica attenzione professionale a tale comparto e alle sue dinamiche.
- Nel pieno della crisi finanziaria del 2008/2009 nasceva Bitcoin, la prima e più nota criptovaluta. Qual è il bilancio a quasi dieci anni di distanza per questo ambito in impetuosa espansione?
A 8 anni dalla nascita del Bitcoin si può affermare che il bilancio è senz’altro positivo, anche oltre le aspettative per chi ha creduto in questa criptovaluta. Da un punto di vista prettamente monetario e speculativo il valore del Bitcoin è volato dai pochi centesimi di dollaro di quotazione degli inizi 2009 ad oltre 7.500 usd di questi giorni (nov. 2017); ma anche per chi avesse acquistato la valuta digitale nemmeno 1 anno fa a circa 1.000 usd per 1 BTC, avrebbe incamerato performance stellari. Non vi nascondo che molte persone sono diventate milionarie solamente investendo poche centinaia di dollari/euro alla nascita del Bitcoin ed anche negli anni seguenti.
Ma, oltre al puro aspetto monetario, il Bitcoin ha dato vita anche ad altri aspetti positivi, ovvero alla nascita della blockchain che secondo il mio punto di vista rivoluzionerà la nostra vita, in moltissimi settori.
- Le criptovalute hanno dato vita alle piattaforme blockchain, che probabilmente espanderanno la loro sfera di operatività anche ad altri comparti: una trasformazione epocale oggi ancora inespressa, quali le prospettive di maggior interesse rispetto a questa tecnologia? .
Non è facile spiegare il concetto di blockchain alla gente comune (molto spesso nemmeno gli operatori finanziari ne conoscono le caratteristiche ed il funzionamento); potremmo dire con un esempio piuttosto grossolano che se la criptovaluta rappresenta un’automobile, la blockchain è l’autostrada sulla quale corre l’auto, ovvero il Bitcoin e le altre valute digitali non potrebbero funzionare senza la blockchain. Potremmo definire la blockchain come un database dove, tramite la tecnologia peer-to-peer, è possibile conservare e visualizzare tutte le transazioni del Bitcoin avvenute dal 2009 ad oggi, un sistema di verifica aperto a tutti e che non ha bisogno del regolamento delle banche o dei governi. E questa tecnologia può essere applicata a tutti i settori dove sia necessaria una relazione tra persone e gruppi. Sarà possibile per esempio per un risparmiatore comprare azioni e titoli senza l’intervento della banca pagando quindi commissioni più basse e in maniera rapida e veloce; per alcuni atti non sarà più necessaria la presenza del notaio, e lo stesso dicasi per avvocati, commercialisti ed altri consulenti; non sarà più necessario rivolgersi alle agenzie immobiliari per le compravendite di immobili e terreni; sarà anche possibile svolgere votazioni elettorali rimanendose tranquillamente a casa propria e votando tramite il proprio computer. Come vedete, moltissimi ambiti della nostra vita sociale ed economica verranno influenzati dal fenomeno delle blockchain.
Per certi aspetti siamo ancora agli inizi dei cambiamenti epocali che mi aspetto ma, con l’ausilio della tecnologia sempre più avanzata e perfezionata, sono convinto che nei prossimi 2-3 anni assisteremo già a notevoli sviluppi ed innovazioni.
- È corretto affermare che le criptovalute non siano sequestrabili? Vi sono degli strumenti per evitare un’infiltrazione della malavita transnazionale di questo strumento?.
È vero, una volta che gli euro, i dollari, le sterline e le altre valute vengono convertite in Bitcoin o in altre criptovalute (attualmente ne esistono in circolazione circa 900) e vengono depositate nei wallet (portafogli) personali, diventano impignorabili ed insequestrabili poiché le chiavi d’accesso e di identificazione dei portafogli sono rappresentate da codici alfanumerici che garantiscono quindi l’anonimato del suo titolare.
Conseguentemente c’è il rischio che le criptovalute vengano utilizzate anche da malavitosi internazionali per regolarizzare compra/vendite di beni e servizi illegali proprio in virtù delle caratteristiche di anonimato delle transazioni. Bisogna però sapere che tutte le transazioni in Bitcoin o in altre criptovalute che avvengono, essendo caratterizzate da uno specifico codice (hash), sono tracciabili e visibili in qualsiasi momento da chiunque possegga un computer ed una linea internet.
Scusate ma prima della nascita del Bitcoin, forse le transazioni finanziarie malavitose non sono mai esistite..??; non dimentichiamo che attualmente le transazioni derivanti da operazioni malavitose (droga, armi, terrorismo, ecc…) avvengono ugualmente tramite i circuiti finanziari tradizionali spesso con la complicità di Banche e Governi…
- Le criptovalute si basano sulla forza del mercato come luogo di incontro fra domanda e offerta, in prospettiva vede comunque dei margini di intervento regolativo/normativo da parte di soggetti nazionali o trans/sovranazionali?
Anche i prezzi del Bitcoin e delle criptovalute vengono determinati dall’incrocio tra la domanda e l’offerta degli utilizzatori come avviene per qualsiasi scambio di bene e servizio. Basandosi su una tecnologia decentralizzata (il mercato delle criptovalute non è controllato dalle banche centrali) e condivisa (chiunque può partecipare e visualizzare qualsiasi transazione in ogni momento) il rischio è quello che gli Enti regolatori tradizionali vogliano intervenire per cercare di applicare normative non tanto per regolarizzare il mercato ma soprattutto per non perdere il potere ed il controllo su nuove possibili forme di entrate finanziarie e fiscali. Il fenomeno delle criptovalute però si sta sviluppando su scala mondiale e quindi bisognerebbe riuscire a mettere d’accordo numerosissimi Governi e Banche Centrali per contrastarle, cos a che reputo di non facile attuazione.
- Come valuta i vincoli posti dal governo cinese alla circolazione del Bitcoin nel settembre 2017? Un ‘gioco di potere’ o la paura di un fenomeno potenzialmente in grado di destabilizzare equilibri economico-finanziari consolidati?
Le Autorità cinesi non hanno limitato la circolazione del Bitcoin ma hanno solamente regolarizzato e messo dei paletti alle ICO (Initial Coin Offering), ovvero la nascita di nuove criptovalute che permette ai promotori dei progetti di raccogliere denaro dietro assegnazione di nuove valute digitali; in altre parole le ICO attualmente danno la possibilità a chiunque di raccogliere denaro senza dover sottostare ai medesimi regolamenti e rigidi vincoli ai quali devono sottostare per esempio le società che fanno raccolta di capitale tramite emissione di azioni e/o obbligazioni. In parole più semplici, l’emissione di nuove monete non è ancora regolamentata secondo criteri finanziari.
Per ciò che concerne il Bitcoin nello specifico invece la Cina rappresenta uno dei Paesi dove è concentrato il maggior numero di users e miners al mondo, ovvero quelle persone e società che contribuiscono a creare e far funzionare il Bitcoin.
- Come si indirizza la sua attività consulenziale ai potenziali interessati al comparto?
L’interesse verso il Bitcoin ed il mondo delle criptovalute continua a crescere e sempre più persone, di qualsiasi categoria lavorativa e sociale, chiedono maggiori informazioni e delucidazioni. Oltre a spiegare le caratteristiche tecniche delle criptovalute, delle blockchain, delle ICO, ecc… bisogna indirizzare la clientela anche verso gli Exchange più seri ed affidabili per l’apertura dei wallet e per iniziare a convertire la valuta tradizionale in Bitcoin. Non dobbiamo infatti dimenticare che internet è anche il regno dei truffatori e degli hacker. Il consiglio è quindi quello di rivolgersi ad un professionista serio e preparato nel caso decideste di avvicinarvi a questo nuovo mondo che rivoluzionerà ben presto la nostra vita.
Intervista a cura di Alberto Leoncini
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